Eremo di Soffiano

by Marco

Soffiano spiritualità e natura a km0

 

Bastano 2 minuti per arrivare, superato l’eremo di San Liberato, al bivio per l’eremo di Soffiano.

Un breve tratto di mulattiera, perfetto per divertirsi con la ruota da 9 della lambrettina, ed eccomi di fronte ad una radura da dove inizia il sentiero vero e proprio.

Incredibile! Sono a pochi km dalla statale verso Sarnano e la sensazione invece è quella di essere distante anni luce da tutto. Rumori di auto zero, verde tutt’intorno, come colonna sonora il canto degli uccelli, perfetto è quello che cercavo. Lascio la lambrettina sullo spiazzo e dopo averla rassicurata sul mio ritorno proseguo a piedi. Il sentiero è ben visibile, non ci sono indicazioni, a parte un vecchio cartello scolorito, ma tutto é molto intuitivo. Camminando mi addentro sempre più nel bosco, oggi è una stupenda giornata, l’aria mattutina così carica d’ossigeno è una panacea per tutti i pensieri stressanti.

Il sole gioca a nascondino tra gli alberi, il dolce sali scendi del sentiero mi porta dinanzi ad un porta naturale tra gli alberi, la attraverso ed  il bosco lascia lo spazio al dorso nudo del monte, siamo nella valle scavata del fiume Terro .

Mi ritrovo in un panorama d’alta montagna ma con prospettiva da basso.

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Il monte Ragnolo si alza di fronte a me. Le pareti dei suoi vicini disegnate dal tempo dolci e decise al tempo stesso, sopra la vallata che continua a scendere.

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Seguo il sentiero ora leggermente più in pendenza, rientro nel bosco ora più umanamente ordinato, ed dopo qualche decina di metri scorgo la meta. Quanto avrò camminato? Non più di 15 minuti a ritmo di Alice nel paese delle meraviglie, non me lo aspettavo così vicino.

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Il cartello “Eremo o grotta  Soffiano” segnala l’arrivo per i pellegrini ed io non posso non fotografarlo. L’ eremo è formato da una grotta nella parete non troppo profonda, davanti si erge una parete di riparo, qualche gradino per salire ed eccomi in un luogo di preghiera. Una sedia, un altarino adattato, dei fiori, la statua della Vergine non serve altro. Non mi aspettavo null’altro, le scritte sui muri a mio avviso non sono un bel decoro ma non si può nemmeno pretendere di essere tutti uguali. Rifletto che qui circa nel 1100 beato Liberato e beato Umile vivevano e pregavano e questo mi basta per riempirmi il cuore. Mi prometto di tornare a casa e scrivere di questa piccola escursione a km0. Rimango qualche minuto prima di ripartire, ho la sensazione di curarmi dentro anche solo rimanendo qualche istante in più.

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